Sotto pelle
a cura di Elena Deserventi
Desiderio
Si pone il tutto nella distanza immota:
lontana inerme la voluttà riposa
equidistante all’intimo tormento.
Per spazi desolati silenzio geme
l’errante desiderio e cerca e chiama
non avendo voce.
Lontano, oggetto di dolore,
non ode il silenzio disperato.
Del vento voce univoca
tra le palustri canne a sera
in brusii e sussurri
si spezza e si dirama
del tempo remota risonanza.
Poi la laguna immota:
nere le acque, mesto specchio alla luna
nei sogni il sogno cullano
di un idolo funereo, mitica barca archetipa
alla deriva di un passato che diviene futuro…
ed il sogno leggero
è una nebbia che sale
parallelo silenzio
della notte che inalba.
Dal fondo delle cose
oscura voce come vento chiama
ed è occultato desiderio
che geme da lontano.
Come una fantasia remota e stanca
si illanguidisce nel giorno che fu
in un tramonto obliquo
ove per lontananza eco si tace.
Ed è qual messaggero
che da lontano avanza
seco recando notizia ferale.
Rossella Cerniglia, da Oscuro viaggio, Forum/quinta generazione
Commento
Una composizione a strofe di misura varia in versi liberi, ricca di suggestione in cui sentire e dire si completano in una connessione coerente. Sul filo di una voluttà insistente ma irrealizzata, in una atmosfera dominata dal silenzio e dalla cupezza, sino all’affermazione finale, che conferma il sentore di mancanza, di lutto.
Desiderio da de sidere, lontananza dalla stella, è desiderio dell’astro-voluttà, in linea opposta al tormento interiore che nasce dalla impossibilità di raggiungere la meta. Nei versi si stende una polarità tra tensione uditiva e senso di uno spazio indefinito, all’insegna del desiderio continuamente vagheggiato. Da un lato: assenza di voce, silenzio disperato, risonanza spezzata, oscura voce, l’eco perduto. Per l’altro lato: termini che si richiamano a distanze, lontananze, luoghi palustri, acque nere; infine la fusione preparata tra i due aspetti, luogo e silenzio «ove per lontananza eco si tace». Ma luoghi lontani e cupi e silenzio variamente colto, predispongono alla «notizia ferale».
La lirica ha una musicalità mesta in ordine all’argomento, un ritmo ora dolorosamente fluido, ora ben definito, a segnare l’alternanza tra l’attesa e la scoperta. A mano a mano la delusione avanza e le parole chiave relative alla lontananza e al silenzio vengono riproposte in posizione di rilievo , all’inizio o alla fine dei versi, mentre le vocali si allargano a sottolineare l’ampiezza della ricerca, si chiudono nella scoperta del cupo, del nero. Un filo di sogno coincide con il breve momento in cui la notte inalba. E svanisce.
Trepido il vagheggiamento del desiderio, intensa ma trattenuta la delusione, notevole la perizia tecnico-poetica.
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