Lucia Triolo – Cinque preludi

In punto di lucida follia
mentre stringo tra le mani
uno scheletrico io
e scarico una lacrima in latrina
riesco a dire esattamente
ciò che penso

inconcepibile come una gaffe

Stefano Giorgio Ricci – Quattro preludi

Ora,
giunti davanti al muretto, si proponeva il dilemma:
“giungeremo al mare?”
Salvare i teli dalla ruggine era missione e
ammissione al gruppo dei prescelti.
Le onde, il vento, i corpi canonizzati
nel porgersi all’usura degli elementi.
Ed è grazioso
il muretto in pietra nuda
senza malta ne intonaci
una rete di varchi lo tiene unito.

La lucertola passa agevolmente dall’altra parte
ammissione nel gruppo dei prescelti.

Ogni telo
si prepara a lussuria di sale

Luca Crastolla – Quattro preludi

Aspettando che il mattino perda la sciarpa
i passi di lato consumano muri di anni

.

Io ti incontravo, io ti credevo
dove la nebbia era uno di noi
Uno di ognuno.
La casa in Via Tripoli
aveva stanze in attesa di luce
e un lume noi lo portammo
che si sciogliesse nelle nostre mani
La cera brucia
una cosa che si sa per sentito dire
E le dita, tutte, sapevano:
potevano diminuire, divennero rami.
Al cielo giunse l’unghia
di gemme implacabili.

Del resto, è ancora fedele:
alla ruota panoramica ci arrivammo
seguendo il difetto delle impronte di una gazza.
Ladra, lo era a suo modo.

Floriana Coppola – Tre preludi

Prima di un haiku ben fatto
5 sillabe e poi sette.
Prendo un the in tazza grande.
Le diciasette sillabe
non hanno fretta.
Punto. Calcola il restante assente

Max Chirio – Un Preludio e un postludio

Ero così felice di avere smesso
la carne desidera il veleno
pretende il dolore
e chissà perché

… forse devo smettere solo di cercarmi.
Così fuori ritmo cerco la strada per strada
senza pensare
mi perdo poi mi ricerco.

Ora posso risponderti