Armando Saveriano – Undici preludi

Altri calcinacci caduti dal soffitto della stanza
Mi era impossibile reggere il delirio nella casa
La sottana di taffetà faceva tremare i nervi
Le mie narici dilatate
le mani a tastare pareti a budello
Le labbra ben più secche dei fiori reclini
Le steariche la cera gialla delle candele molli
Est-ce là mon ami ton message
Nessuno può dirlo
il gatto il canarino la tazza l’armadio
la porta dalla serratura rotta
il telefonino guasto
la festa in maschera finita in una sgonfia noia
Il corridoio
superare il corridoio Resistere ai fruscìi
dimenticare l’ombra pallida
i singhiozzi del tuo corpo
Voglio turarmi il cuore
battono le tempie
troppo
Il fermaglio il mio fermaglio
Tes colères flamboyantes
la sete la testa pulsa
non mi reggeranno ancora le gambe
C’è del blu in quella lampada
Da un corridoio ne sbuca un altro
e mi piombano addosso echi
I polsi
fanno male
Non trattenermi
Chi è che mi castiga così
Nel cortile il motore d’una macchina
Corro alla finestra