Penelope non abita più qui

Seconda parte

Lo spazio di Atena

di Matilde Cesaro

Dentro di me c’è una sorgente
la sento scorrere chiaramente
ma occorre liberare il suo cammino
da sassi, ostacoli, bastoni
lasciarla correre, farsi mulinello,
vortice, cascata. La cura inizia
dalla sorgente ritrovata.

La cura, dentro – Silvia Vecchini

Nella quinta fase l’eroina impara a dire “NO”. Ha raggiunto il suo scopo, ma ha pagato per questo un prezzo molto alto. Ha rinunciato/sacrificato al femminile e ha imparato ad avere successo secondo un modello maschile. Decidere di non sottostare e di non condividere più le regole patriarcali è una fase delicatissima di riappropriazione e di nascita. L’eroina è disorientata, potrebbe smarrirsi, deve ora cercare la sua nuova strada. Deve tracciare il suo percorso, partorirsi e far nascere la sua nuova identità (nuova come rinnovata). In questo ulteriore passaggio prende il via il processo di iniziazione.

Arrivano momenti in cui è d’obbligo liberare una rabbia che scuota i cieli. Occorre per questo scegliere il momento giusto, la collera non va scatenata in modo indiscriminato.

Donne che corrono con i lupi – Clarissa Pinkola Estés

Nella fase successiva del suo viaggio avviene l’iniziazione: la discesa verso la dea. Si delinea come un periodo incerto, di vagabondaggio, in cui si mescolano dolore e rabbia. È un periodo di ricerca di pezzi mancanti e di incontro con il femminile oscuro, con il non detto, il negato. Potrebbero essere necessari settimane, mesi o anni per completare questo percorso e per alcune sarà necessario isolarsi volontariamente. Una transizione di oscurità e silenzio in cui praticare l’ascolto profondo di sé. Un periodo in cui prevale la scoperta e valorizzazione dell’essere più che del fare. È una fase che non può essere affrettata, è la parte sacra del viaggio: non solo è riconquista delle parti perdute ma è anche la riscoperta dell’anima sottratta di un certo tipo di cultura. È il momento di reclamare la Dea.

Quando perdiamo contatto con la psiche istintiva, viviamo in uno stato prossimo alla distruzione; a immagini e poteri naturali per il femminino non è consentito il pieno sviluppo. Quando una donna è staccata dalla sua fonte essenziale, risulta sterilizzata, e i suoi istinti e i suoi cicli naturali di vita vanno perduti, soggiogati dalla cultura, o dall’intelletto o dall’io, propri o altrui.


Donne che corrono con i lupi,
Clarissa Pinkola Estés

Dunque, per ascoltare
avvicina all’orecchio
la conchiglia della mano
che ti trasmetta le linee sonore
del passato, le morbide voci
e quelle ghiacciate,
e la colonna audace del futuro,
fino alla sabbia lenta
del presente, allora prediligi
il silenzio che segue la nota
e la rende sconosciuta
e lesta nello sfuggire
ogni via domestica del senso.

Accosta all’orecchio il vuoto
fecondo della mano,
vuoto con vuoto.
Ripiega i pensieri
fino a riceverle in pieno
petto risonante
le parole in boccio.

Per ascoltare bisogna aver fame
e anche sete,
sete che sia tutt’uno col deserto,
fame che è pezzetto di pane in tasca
e briciole per chiamare i voli,
perché è in volo che arriva il senso
e non rifacendo il cammino a ritroso,
visto che il sentiero,
anche quando è il medesimo,
non è mai lo stesso
dell’andata.

Dunque, abbraccia le parole
come fanno le rondini col cielo,
tuffandosi, aperte all’infinito,
abisso del senso.

Mappa per l’ascolto – Chandra Livia Candiani

Nella settima fase avviene il matrimonio, l’unione con la madre terra, si riconnette con il femminile. L’eroina vuole trascorrere più tempo nella natura, assorbirne il nutrimento necessario per far germogliare dentro di sé una consapevolezza di quanto accade intorno e dentro di sé. Si riconnette con i cambiamenti stagionali e i ritmi della luna.

Nella ottava fase: guarire la ferita dalla separazione figlia/madre è il tempo della ricongiunzione con il femminile con la parte materna. È il tempo del risanamento della relazione con la madre (in carne e ossa). È questo un cammino in cui la donna si concede di  sperimentare la sua vera voce, di reclamare e vivere appieno i suoi sentimenti, di accedere alla sua parte intuitiva e piena, alla sua sessualità, creatività e senso dell’umorismo.

 Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare
domande,

senza stupirmi di niente.

Ho svolto attività quotidiane,
come se ciò fosse tutto il dovuto.

Inspirazione, espirazione, un passo dopo
l’altro, incombenze,
ma senza un pensiero che andasse più in là
dell’uscire di casa e del tornarmene a casa.

Il mondo avrebbe potuto essere preso per
un mondo folle,
e io l’ho preso solo per uso ordinario.

Nessun come e perché –
e da dove è saltato fuori uno così –
e a che gli servono tanti dettagli in movimento.

Ero come un chiodo piantato troppo in
superficie nel muro
(e qui un paragone che mi è mancato).

Uno dopo l’altro avvenivano cambiamenti
perfino nell’ambito ristretto d’un batter
d’occhio.

Su un tavolo più giovane da una mano d’un
giorno più giovane
il pane di ieri era tagliato diversamente.

Le nuvole erano come non mai e la pioggia
era come non mai,
poiché dopotutto cadeva con gocce diverse.

La terra girava intorno al proprio asse,
ma già in uno spazio lasciato per sempre.

E’ durato 24 ore buone.
1440 minuti di occasioni.
86.400 secondi in visione.

Il savoir-vivre cosmico,
benché taccia sul nostro conto,
tuttavia esige qualcosa da noi:
un po’ di attenzione, qualche frase di Pascal
e una partecipazione stupita a questo gioco
con regole ignote.

Disattenzione – Wislawa Szymborska


Nella nona fase l’Eroina deve trasformarsi e viversi come una guerriera spirituale per sanare la ferita col maschile. Dopo aver desiderato di sottrarre il suo lato femminile per fondersi con il maschile e aver raggiunto questo risultato, comprende che non è questa la risposta attesa e né tanto meno la meta del suo viaggio. Non deve per questo rinunciare ai risultati raggiunti né sacrificare quanto imparato durante la ricerca e affermazione della sua nuova identità. quei successi e quelle abilità raggiunte con fatica non sono un obiettivo definitivo ma sono una parte dell’intero viaggio.

La vita è fatta di piccole felicità insignificanti, simili a minuscoli fiori. Non è fatta solo di grandi cose, come lo studio, l’amore, i matrimoni, i funerali. Ogni giorno succedono piccole cose, tante da non riuscire a tenerle a mente né a contarle, e tra di esse si nascondono granelli di felicità appena percepibile, che l’anima respira e grazie alla quale vive

Banana Yoshimoto

Nella decima fase avviene l’integrazione del maschile e del femminile. L’eroina si svincola da modelli e comportamenti tossici. Riunisce dentro di sé le parti femminili e maschili che trovano un nuovo modo di dialogare, di ascoltarsi, di agire. Solo allora inizierà a usare queste abilità per lavorare, volta non più al raggiungimento di successi individuali ma alla volontà, più ampia ed estesa, di unire le persone. E nel rendere omaggio ai bisogni degli altri e ai propri, la donna è testimone intera del matrimonio sacro che avviene dentro di sé: l’unione perfetta del maschile e del femminile” 

I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell’arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate

Donne che corrono con i lupi  —  Clarissa Pinkola Estés


Bibliografia: Donne che corrono con i lupi, Clarissa Pinkola Estès

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