una rilettura tra testo e poesia del viaggio dell’eroina
di Matilde Cesaro
Se sei una donna forte
proteggiti dalle bestie che vorranno nutrirsi del tuo cuore.
Usano tutti i travestimenti del carnevale della terra:
si vestono da sensi di colpa, da opportunità,
da prezzi che si devono pagare.
Non per illuminarsi con il tuo fuoco
ma per spegnere la passione
l’erudizione delle tue fantasie
Non perdere l’empatia, ma temi ciò che ti porta a negarti la parola,
a nascondere chi sei,
ciò che ti obbliga a essere remissiva
e ti promette un regno terrestre in cambio
di un sorriso compiacente.
Se sei una donna forte
preparati alla battaglia:
imparare a stare sola
a dormire nella più assoluta oscurità senza paura
che nessuno ti tiri una fune quando ruggisce la tormenta
a nuotare contro corrente.
Educati all’occupazione della riflessione e dell’intelletto.
Leggi, fai l’amore con te stessa, costruisci il tuo castello, circondalo di fossi profondi però fagli ampie porte e finestre.
È necessario che coltivi grandi amicizie
che coloro che ti circondano e ti amano sappiano chi sei,
che tu faccia un circolo di roghi e accenda al centro della tua stanza
una stufa sempre accesa dove si mantenga l’ardore dei tuoi sogni.
Se sei una donna forte proteggiti con parole e alberi
e invoca la memoria di donne antiche.
Fai sapere che sei un campo magnetico.
Proteggiti, però proteggiti per prima.
Costruisciti. Prenditi cura di te.
Apprezza il tuo potere.
Difendilo.
Fallo per te:
Te lo chiedo in nome di tutte noi.
Gioconda Belli
In ogni donna è presente un’eroina potenziale. È lei la padrona della propria esistenza, in un viaggio che inizia con la nascita e che prosegue per tutta la vita. Lungo il cammino indubbiamente incontrerà sofferenza, sentirà solitudine, vulnerabilità, incertezza; e conoscerà il limite. Ma potrà anche trovare significati, sviluppare il carattere, fare esperienza dell’amore e della grazia e apprendere la saggezza.
[…]
Nella mia valigia
gocce di dubbio e lacrime
Nella mia valigia c’è
un cavallo imbizzarrito
in ogni aeroporto
cercate la traccia rossa della polvere da sparo
Ovunque vado
la costellazione sanguigna
è il mio indirizzo
Questa valigia è il mio paese – Bita Malakuti
La donna è plasmata dalle scelte che fa, dalla capacità di credere e di amare, di lasciarsi insegnare dall’esperienza e di impegnarsi. E se all’insorgere delle difficoltà riesce a valutare cosa può fare, a decidere cosa farà e ad agire in maniera coerente con i propri valori e sentimenti, si comporta come l’eroina-protagonista del proprio mito personale.
Secondo lo studioso di mitologia Joseph Campbell, il mito è come un sogno che ricordiamo anche quando non è compreso: “il sogno è un mito personalizzato, e il mito è un sogno spersonalizzato”.
Quando un sogno viene interpretato correttamente, il sognatore ha un lampo di intuizione, una folgorazione. Afferra per intuito e non dimentica ciò che apprende.
Liberamente tratto da Jean S. Bolen, Le dee dentro la donna, 2020
Ogni donna è il personaggio principale nell’intreccio rappresentato dalla storia della propria vita. In ogni donna sono presenti dimensioni mitiche, potenti modelli interni responsabili delle principali differenze che distinguono le donne tra loro. Inoltre in una stessa donna sono presenti più dee, e più la personalità è complessa, maggiore è la probabilità che ci siano più dee attive.“In questa fase della nostra cultura, le donne devono fare una ricerca per abbracciare pienamente la loro natura, imparando ad apprezzare se stesse e a rimarginare la ferita profonda del genere femminile. È un viaggio interiore molto importante, verso la trasformazione in un essere umano completo ed equilibrato”
Liberamente tratto da Maureen Murdock, Il Viaggio dell’Eroina, 2010
Non voglio imparare a non aver paura, voglio imparare a tremare. Non voglio imparare a tacere, voglio assaporare il silenzio da cui ogni parola vera nasce. Non voglio imparare a non arrabbiarmi, voglio sentire il fuoco, circondarlo di trasparenza che illumini quello che gli altri mi stanno facendo e quello che posso fare io. Non voglio accettare, voglio accogliere e rispondere. Non voglio essere buona, voglio essere sveglia. Non voglio fare male, voglio dire: mi stai facendo male, smettila. Non voglio diventare migliore, voglio sorridere al mio peggio. Non voglio essere un’altra, voglio adottarmi tutta intera. Non voglio pacificare tutto, voglio esplorare la realtà anche quando fa male, voglio la verità di me. Non voglio insegnare, voglio accompagnare. Non è che voglio così, è che non posso fare altro.
Chandra Livia Candiani, Il silenzio è cosa viva. L’arte della meditazione, 2018
Nel suo viaggio l’eroina nella prima fase sperimenta la separazione dal femminile “Il viaggio ha inizio con la ricerca dell’identità da parte dell’Eroina. Questa Chiamata non è avvertita a una determinata età, ma arriva quando la vecchia personalità non va più bene. Può arrivare quando una giovane donna lascia la propria casa per andare all’università, per il lavoro, per viaggiare o per vivere una relazione; quando una donna di mezz’età divorzia, ritorna al lavoro o a scuola, cambia carriera o affronta la realtà di un nido vuoto; quando una donna capisce che non esiste più un senso di sé che possa definire proprio” Liberamente tratto da Maureen Murdock, Il Viaggio dell’Eroina, 2010
Vorrei essere donna
come la neve è neve,
flemmatica e misurata,
nel mio viaggio verticale,
pronta a deviare al soffio, al volo,
ma senza addomesticare
il bianco
della natura e uno sfarfallio
che non è paura,
sicura e serena, senza ostentare
capace, in misura uguale,
di prendere amore e di farmi odiare.
Devota alla mia sostanza,
alleata fedele della mia
condizione,
di me stessa per prima
amante e sposa,
essere donna
come neve che non sa e non deve
fare che neve
sullo straccio
e sulla rosa.
Beatrice Zerbini
Nella seconda fase avviene l’identificazione con il maschile. “Nella cultura dominante la mancanza di concentrazione di una donna e la sua chiara diversità rispetto all’uomo vengono percepite come debolezza, inferiorità e dipendenza, paradossalmente anche da parte di molte donne. Le donne che cercano il successo nel mondo orientato al maschile spesso scelgono tale per sfatare questo luogo comune. Tentano di dimostrare di avere menti brillanti, che possono portare a termine le cose e che sono indipendenti emotivamente ed economicamente. Come modelli e mentori scelgono uomini, oppure donne che si identificano negli uomini, capaci di riconoscere la loro intelligenza, la loro concretezza, la loro ambizione e di generare un senso di sicurezza, potere e successo” Nella terza fase l’Eroina percorre la strada delle prove. “L’Eroina indossa l’armatura, impugna la spada, sceglie il destriero più veloce e va in battaglia. Trova il suo tesoro: un dottorato, una nomina aziendale, denaro, autorità. Gli uomini le sorridono e agitano le mani per darle il benvenuto nel club”
Nella quarta fase all’eroina sembra essere toccata dal successo…. Un dono illusorio. “Dopo un periodo di tempo in cui si gode la vita al vertice e tiene tutto sotto controllo, magari sia la carriera sia i figli, potrebbe iniziare a chiedersi cosa c’è dopo. Cerca il prossimo ostacolo da saltare, la prossima promozione, il prossimo evento mondano, riempiendo ogni spazio libero: facendo. Non sa come fermarsi o dire di ‘no’ e si sente in colpa all’idea di deludere qualcuno che ha bisogno di lei”
Liberamente tratto da Maureen Murdock, Il Viaggio dell’Eroina, 2010
Non insistere
il fiore non sboccia
prima del giusto tempo.
Neanche se lo implori
neanche se provi ad aprire i suoi petali
neanche se lo inondi di sole.
La tua impazienza
ti spinge a cercare la primavera
quando avresti solo bisogno di
abbracciare il tuo inverno.
Ada Luz Márquez