Andrea Burato: “Respiro interrotto” con commento di Elena Deserventi

Sotto pelle
a cura di Elena Deserventi

È un anno che il vento ha lasciato
questi sassi bianchi tra le tue mani
come pegno di un ritorno annunciato
Non basta il sorriso di una foto
a spiegare il tuo respiro interrotto
Ora sei a qui a sei brevi passi da me
irraggiungibile
in questo frastuono silenzioso
solo le foglie urlano il fragore a terra
la loro vita si spegne tra le vostre
il resto è sguardo vivo di centinaia di occhi
rivolti al sole che tramonta d’autunno
i loro nomi – il tuo – racchiusi tra date
siamo solo un respiro intenso e forte
schiacciato in un tempo che ci porta
a un infinito eterno silenzio

Andrea Burato

Commento:
Un tempo breve è l’incipit: un anno dall’incontro reale o ideale con la tomba di un giovane amico. Troppo poco per dimenticare, troppo per non soffrirne l’assenza. Il rapporto d’amicizia interrotto prematuramente, lascia in chi resta, la sensazione delle cose più vicine, viste, toccate da poco. Sassi bianchi, portati dal vento tra le “mani” di lui, quasi luminoso “pegno di ritorno”. Una foto con il sorriso, ignoto del respiro infranto. E uno scenario in antitesi, tanto la vita è ancora così dentro alla morte e la morte non ha assunto l’aspetto della lacerazione. Ci sono affetto, tristezza grande, speranza non osata. L’amico perduto è vicino a chi lo veglia, ma irraggiungibile, nel luogo dove ogni ritmo si ferma, il silenzio è così intenso, che il fruscio delle foglie è fragore, destinato a spegnersi tra vite ancora calde. Di battiti. Permane lo sguardo di occhi ritratti ancora aperti alla luce e ora destinati a testimoniare un tramonto senza ritorno. Sembra palpito ancora il respiro che ha legato alla vita, ma è illusione. I nomi, le date, schiacciano ogni moto, chiudono ogni fuga di soffio vitale. Non c’è spazio per la forza della sopravvivenza qui e ora, solo la proiezione “verso un infinito eterno silenzio”. Sconosciuto, per ora non consolatorio.

Per il poeta le immagini di vita vorrebbero vincere su quelle di morte, che pure percorrono i versi… Ma l’amore non può nascondere la forza separatrice della morte, il corpo vicino, ma irraggiungibile, il silenzio non ancora di tomba, ma consapevole prolusione a una eternità di silenzio.

Il poeta ha saputo cogliere con grande delicatezza l’essere ancora tra vita e morte da parte di chi non c’è più e di chi è sbalordito della sua partenza. In bilico tra la verità e l’illusione, per tirare più a lungo la vita insieme, fino al limite del possibile. Poi il silenzio totale che si fa arbitro di ciò che noi possiamo solo immaginare.

Acquista “Nel corpo della voce”, antologia poetica a cura di Elena Deserventi cliccando qui

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...